Storie di normalità #3
Debora, Marco e Davide.
storie di normalitA’ #3
Debora è una ragazza fantastica. Una giovane donna che insegna matematica alle superiori, che con suo marito Marco, ingegnere chimico e giovanissimo anche lui, ha avuto il piccolo Davide! Ora lei è mamma e Marco papà… e il loro bimbo ha ormai 5 anni!
Li conosco da tanto, ho fatto un primo servizio a Davide, poi il loro matrimonio (un’eccezione per me, ma questa coppia mi ha conquistata, con il loro modo di essere cristallini e poi il loro stile quasi dublinese!),
in cui il piccolo Davide, che all’epoca aveva due anni, fece cadere le fedi, propriopoco prima di passare al grande momento del sì… una scena da film, tipo le commedie con attori come Hugh Grant, avete presente?
A meno di trent’anni essere genitori è caotico e spesso inaspettato, come nel loro caso: quando Debora si è accorta di aspettare Davide, sia lei che Marco dovevano finire l’Università, ma fortunatamente mancavano pochi esami e in poco tempo, con tanto di gravidanza, Debora si è laureata e anche il futuro papà!
Debora ricorda il momento in cui ha detto a Marco che sarebbe diventato papà:
“Gliel’ho detto al telefono – sospira, forse pensando all’emozione del momento – era estate, lui lavorava come animatore ad un campo estivo e sarebbe stato via a lungo. Io invece ero in vacanza con i miei, una vacanza di circa un mese… non potevo aspettare, così gliel’ho annunciato per telefono, di getto!”
Le chiedo com’è essere mamma, com’è la loro routine, come vivono il quotidiano e la bellezza dello stare insieme in famiglia, nella loro normalità.
Debora è una “timidona” come me… ma quando entra in confidenza si apre un mondo nascosto, fatto di videogiochi, libri, software, giochi in famiglia e una punta d’orgoglio per il suo bambino, un diamante prezioso che ha arricchito le loro vite.
“Normalità, normalità… ecco, in settimana ci alziamo – si ferma e aggiunge – 3 giorni a settimana vado via prima, gli altri giorni invece ci alziamo insieme: il 50 per cento delle volte Davide arriva nel nostro letto di soppiatto!”
– ride Debora, mentre prosegue –
sceglie chi lo accompagna a scuola. Ora vuole il papà, dipende dai momenti! In questo periodo in macchina ascolta le fiabe della collezione “A mille ce n’è”, quella vecchia, che si ascoltava da piccoli anche noi. È fissato, questa è la decima volta che le ascoltiamo, ormai le sappiamo tutte a memoria… comunque non disdegna nemmeno il vecchio Zecchino d’Oro!”
A MENO DI TRENT’ANNI ESSERE GENITORI È CAOTICO E SPESSO INASPETTATO…
“Intanto si va a scuola, noi abbiamo orari di lavoro lunghi, nel pomeriggio vado a prenderlo io. Poi insieme andiamo al bar, è una sorta di tradizione! Caffè per me e un latte per lui, poi alla sera si cena. Il film serale è divertente, a casa nostra facciamo a turno per sceglierlo, una sera Marco, una sera io e una sera Davide. C’è un punto in comune però, abbiamo visto 8 stagioni di Dragon Trainer, siamo tutti e tre grandi appassionati!”
Andiamo avanti con chiacchiere e caffè, quanto basta per innamorarmi delle scelte musicali di questa famiglia:
Prima di dormire ascoltiamo Ludovico.”
Ludovico? Replico io con le idee poco chiare su chi sia, lei mi chiarisce immediatamente il pensiero:
“Ludovico Einaudi – ottima scelta aggiungo! – Davide si addormenta così. Poi insieme leggiamo tanto, gli estranei ci dicono che anneghiamo nei libri, abbiamo un sacco di libri di Davide, leggiamo con lui i libri game, quelli dove sei tu a scegliere cosa fare. Gli piacciono un sacco!
In settimana la routine è quella, prima di andare via i saluti, per noi sono importanti… un pò gioco io con Davide, quando riusciamo facciamo i giochi da tavolo, giochiamo in tre: ultimamente ne abbiamo uno preferito, Draftosauro, dove devi costruirti un’oasi dei dinosauri, è un gioco… di strategia. Non sono una mamma che va agli aperitivi e lascia il figlio davanti a Youtube: cerco per lui giochi divertenti, stimolanti ed educativi.
Non abbiamo canzoncine per la nanna, al massimo soundtrack. Lui balla anche col pop rock!
È un bimbo vivace e precoce, a volte ti fa dei discorsi che anche tu ti chiedi, ma dove l’ha sentito?
Però siamo fortunati, è un bambino bravissimo!”
Finite le chiacchiere chiedo a Debora cosa le piace delle fotografie che ti restano dopo i servizi, per capire cosa cercano i miei clienti, cosa è importante per loro:
“Mi piace avere le foto negli album, così sono solo miei, li tengo dove preferisco e posso averli sempre con me. Se usi la macchina giusta vengono fuori delle foto fighissime, in alcune a definizione tale che è come osservare la realtà. Fissi l’attimo, è più vivido. Un ricordo, checché se ne dica, non resta sempre in memoria: se hai le foto sei sicuro di averlo. Io anche scatto foto con macchina fotografica, non mi fido del cellulare!”.
Le chiedo se vorrebbe un altro bambino, magari più in là:
“Mi sono abituata subito ad essere mamma, è venuto spontaneo e naturale… non tornerei mai indietro e sto benissimo con mio figlio, quella che viviamo è una dimensione bellissima che non cambierei mai… però rispondo onestamente da buona insegnante di matematica ≥ 1*sicuramente. ≥ 2 *non ci metterti la mano sul fuoco!”
* Maggiore uguale a 1
* Maggiore uguale a 2
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